Come funziona un impianto di smaltimento moderno?
Un impianto di conferimento deve essere considerato l’anello finale della catena dei rifiuti, finalizzato a contenere tutto ciò che è definitivamente rifiuto in quanto non più utilizzabile né riciclabile.
Un’opera di ingegneria
Un impianto moderno di smaltimento costituisce di per sé un organismo ingegnerizzato per potersi integrare nuovamente nell’ambiente con minor impatto possibile. Come tale ha un sistema circolatorio, respira e si muove. Il progetto deve sottostare a precisi requisiti strutturali allo stesso modo di come questi ultimi possano esser garantiti solo da particolari geologie, quasi a confermare che l’ultima parola è sempre di madre terra.
Omologa dei rifiuti
Per poter conferire in un impianto moderno il rifiuto deve corrispondere a determinati requisiti, attraverso il processo di omologa si determina se il rifiuto è stato correttamente recuperato e può essere smaltito. Le procedure di omologa richiedono analisi accurate redatte da laboratori specializzati; esse determinano a quale categoria un rifiuto appartiene e di conseguenza da quale tipo di impianto può essere accolto.
Che cos’e il percolato
Il termine percolato, inteso nell’ambito delle scienze ambientali, definisce un liquido che trae prevalentemente origine dall’infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi. In misura minore è anche prodotto dalla progressiva compattazione dei rifiuti. Il percolato in una discarica viene convogliato ad un sistema di trattamento attraverso una rete di raccolta, opportunamente progettata.
Biogas
Il biogas si forma spontaneamente dalla decomposizione di materiale organico. Composto principalmente da metano, anidride carbonica, idrogeno. Non tutti gli impianti di smaltimento dispongono di un sistema di captazione del biogas; alcuni materiali inerti infatti non rilasciano alcun gas mentre gli scarti di altre filiere produttive o gli stessi rifiuti urbani ne sono ricchi. In questo caso essi vengono raccolti per poter essere convertiti in energia o smaltiti.
Il sistema barriera
Al fine di garantire il completo isolamento delle acque profonde, viene isolato il fondo della discarica e le sponde dello scavo con materiali impermeabili. Questa barriera deve resistere agli sforzi indotti per evitare eventuali collassi o malfunzionamenti delle sue componenti. Evita fenomeni di inquinamento ambientale dovuti a sversamento di liquami di percolazione.
I rifiuti di esercizio
Durante la fase di esercizio dell’impianto di discarica ed in seguito alle attività di manutenzione necessarie, vengono prodotti alcuni rifiuti. Per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti che non possiamo trattare direttamente incarichiamo aziende appositamente selezionate, in possesso di tutte le necessarie autorizzazioni.
Il suolo sul quale realizzare un invaso di raccolta deve rispettare gli ambiti paesaggistici e corrispondere a requisiti specifici, che ne garantiscano l’efficienza operativa e solidità strutturale. Un’accurata analisi geologica è fondamentale per determinarne le caratteristiche.
Valutazioni paesaggistiche
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Ricognizione delle aree di interesse del paesaggio
Valutazioni geologiche
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Cartografia
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Geomorfologia
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Stratografia
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Idrogeologia
Durante le fasi iniziali di un progetto si esaminano morfologia, stratificazione e permeabilità del suolo.
Le procedure di monitoraggio durante la realizzazione dell’invaso prevedono il collaudo dell’argilla e della capacità drenante del materiale. Il monitoraggio si protrae durante la fase di esercizio con la misurazione continua dei parametri ambientali e l’analisi delle falde acquifere sottostanti attraverso una rete di pozzi di ispezione.
Verifica spessore
Operazioni di carotaggio vengono effettuate saggiando la superficie per mappare accuratamente lo spessore dello strato di argille.
Test Permeabilità
Il fondo dell’invaso viene testato per determinare la permeabilità e il conseguente grado di isolamento conferito dalle argille.
Collaudo del telo HDPE
Prospezione geoelettrica del telo HDPE; atraverso questo sistema vengono individuate eventuali lesioni del telo procurate dopo la posa dello strato drenante.
Il sistema barriera
Al fine di garantire il completo isolamento delle acque profonde, vengono isolati il fondo dell’invaso e le sponde dello scavo con materiali impermeabili.
Questo “pacchetto” deve resistere agli sforzi indotti per evitare eventuali collassi o malfunzionamenti delle sue componenti.
Evita fenomeni di inquinamento ambientale dovuti a possibili sversamenti di liquami di percolazione.
Il lotto 2B nel giugno 2017, durante le fasi iniziali di preparazione del fondo.
La scala di accesso all’invaso, posta per non danneggiare la copertura durante le ispezioni al sistema di drenaggio.
Le opere di sistemazione finale vengono eseguite una volta esaurita la capacità del lotto. La superficie dei rifiuti viene compattata e sagomata opportunamente. Successivamente verrà ricoperta con una combinazione di strati differenziati, ciascuno dei quali destinato ad assolvere funzioni precise.
In ultimo saranno eseguiti gli interventi di inerbimento e di piantumazione di essenze autoctone. Le tecniche impiegate durante la fase di inerbimento e piantumazione sono quelle proprie dell’ingegneria naturalistica in accordo con gli interventi di sistemazione morfologica e di regimazione delle acque superficiali.
scopi tecnici
- aumentare la stabilità del suolo
- massimizzare l’evapotraspirazione dell’acqua presente nello strato superficiale
- preservare dall’erosione operata dal vento e dalle acque il sistema di copertura
scopi estetici
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reinserire, in maniera armonica, la zona compromessa all’interno del paesaggio circostante